Chef Pino Nuzzo
Mi chiamo Pino Nuzzo classe 1969 e sono un napoletano cresciuto nel quartiere di Fuorigrotta. Fin da bambino, la mia passione è stata la cucina. Una passione che ho condiviso con la mia famiglia e con i miei fratelli, Gino e Diego. Per me, la cucina è un’arte che va interpretata. È tra i fornelli che esprimo tutto me stesso. Mi reinvento ogni giorno per stupire i miei ospiti. Ciò non vuol dire rincorrere gli altri, ma ricercare nella nostra tradizione i giusti abbinamenti. L’arte culinaria napoletana ha ancora molto da dire al mondo intero, così come tutte le cucine regionali d’Italia. La nostra cucina è fatta di storia, alimenti unici, passione secolare. Per questi motivi è necessaria una ricerca continua, anche delle piccole cose: ritengo che bisogna saper scegliere anche una foglia di basilico. Credo che nella cucina la materia prima sia importante. È fondamentale conoscere i prodotti, selezionarli, riproporli, manipolarli… Così come è importante avere una visione completa del proprio lavoro. Nel piatto riverso tutto l’amore possibile e immaginabile e in esso mi devo rivedere e ritrovare. Pertanto, cerco di esaltare il carattere, l’estrosità, l’armonia del mio essere. Cucinare non è la mia ambizione, ma il mio modo di esprimermi e di dare qualcosa di me alle persone. Nei miei piatti ci metto gusto, sapori e colori. E, alla fine, è il cliente a giudicare. La mia maestria è stata uno strumento efficace anche per il mio successo più grande: con i miei piatti, sempre diversi e variegati, ho conquistato il cuore della mia bellissima consorte Giovanna.
La mia storia inizia all’Istituto Cavalcanti, la più antica scuola alberghiera del Sud Italia. All’epoca l’esperienza la facevi direttamente sul campo. Ho iniziato nei locali dove si svolgevano i matrimoni della cosiddetta Napoli bene. Fin da ragazzo, ho fatto sacrifici ma ho appreso tanto dai grandi chef della scuola partenopea. Il mio maestro è stato il professor Luigi Vettosi col quale ancora oggi mi lega una profonda e sincera amicizia. È per me, un secondo papà.
Due sono stati i momenti che mi piace ricordare della mia carriera. Quando nel 1995 ho aperto il ristorante Cocoloco con i miei fratelli, un sogno che avevamo da bambini e che abbiamo condiviso con i nostri genitori. E poi quando mi è stata data la grande opportunità di lavorare per lo Yachting Club di Porto Cervo, in Sardegna. Negli ultimi anni ho lavorato con prestigiosi ristoranti e location per eventi di Napoli e provincia.
Da oltre un decennio sono un docente di Enogastronomia e insegno all’Istituto Alberghiero Petronio di Pozzuoli. Ai miei ragazzi cerco di trasmettere la passione per la cucina. A loro cerco di fare capire che il nostro lavoro è fatto di tanti sacrifici e tante soddisfazioni. I miei colleghi mi chiamano maestro perché riconoscono in me due aspetti: rigore professionale quando si lavora e socievolezza nella vita privata. In cucina è necessario lavorare in squadra e ognuno è fondamentale per ottenere il risultato finale. A scuola, come nel lavoro, ci vuole molta pazienza: bisogna sapere aspettare il proprio momento. È un po’ come per la cottura: ogni cosa ha i suoi tempi. Ho maturato questa consapevolezza perché anch' io ho saputo aspettare il tempo giusto per esprimere il mio talento in cucina.
Chef Pino Nuzzo